PICCOLO TEATRO MELATO/LA BARCA DEI COMICI
Tra ricordo e stupore
La barca dei comici, fantasia teatrale di Stefano de Luca da un episodio dei Mémoires di Carlo Goldoni, termina con grande successo di pubblico le proprie repliche sulle tavole del Piccolo Teatro Studio Melato.
Lo spettacolo dedicato ai ragazzi, ma non solo, è intricante e conduce per mano lo spettatore nel percorso goldoniano che permetterà al teatro italiano di evolversi gradualmente dal “teatro dell’arte” a quello “rinnovato e riformato”, non più a soggetto, ma scritto, un teatro che alle maschere sostituirà l’uomo col suo mondo totale.
La forma didascalica che sottende a tutto lo spettacolo può essere sì un limite, ma è sicuramente un gran pregio perché comunica, tra ricordo e stupore, il Teatro e l’amore per il Teatro ai più giovani.
Nell’intrico realizzato scrupolosamente e lucidamente da Stefano de Luca, anche regista dello spettacolo, non c’è solo Goldoni e il suo viaggio verso la scoperta di un Teatro riformato, ma c’è tanto, molto della vita e della storia del Piccolo Teatro stesso. Come ben evidenziato nella brochure di presentazione, Strehler nutriva per i Mèmoires di Goldoni un amore speciale. Già alla fine degli anni ’60 del secolo scorso, cominciò a lavorare al soggetto per una versione cinetelevisiva. A quella sono seguite molte altre stesure, con la progressiva trasformazione da sceneggiatura a copione per il teatro. Lo sceneggiato non fu mai realizzato, né lo spettacolo messo in scena.
La mano, il disegno, la creatività, l’eredità di Strehler è praticamente presente in ogni momento dello spettacolo, quasi per ingraziarlo e ringraziarlo con citazioni ben precise, basta pensare alla citazione, limitata divertente e delicata, del mare della “Tempesta” shakespariana. A integrare la biografia di Goldoni con la storia viva del Piccolo, il riuso e il ritorno delle musiche del grande Fiorenzo Carpi, a circa vent’anni dalla sua scomparsa. Nel comporre e trascrivere le musiche di scena, Marco Mojana, accanto a temi originali, ha scelto brani di Carpi che nella memoria collettiva dei”vecchi” appassionati di teatro è per eccellenza il musicista del Piccolo, con musiche per ben 120 opere per spettacoli di Strehler.
Lo spettacolo è una produzione del Piccolo Teatro di Milano in collaborazione con Teatro Gioco Vita di Piacenza. Da questa collaborazione nasce il gran gioco d’effetti e suggestioni delle ombre curato da Fabrizio Montecchi e Nicoletta Garioni. Un gran gioco che vuole significare il trionfo della fantasia che sovrintende al “far teatro”. Raccontare, come scriveva Strehler, con le parole o con un pezzetto di legno o con i gesti, purché raccontare.
La compagnia attoriale affiatata e di pregio è composta da Tommaso Banfi (un persuasivo e plausibile Carlo Goldoni), Marta Comerio (una Clarice pronta a recepire, con spiccata sensibilità e praticità femminile, gli stimoli iniziali del teatro riformato del commediografo veneto), Tommaso Minniti (un Florindo de’ Maccheroni in cui riversa con tempismo e garbo tutta la sua esperienza maturata in numerose repliche di Arlecchino servitore di due padroni nel ruolo del dottor Lombardi) e il giovane, assai talentuoso, Davide Marranchelli nel ruolo del comico Zorzetto.
Adelio Rigamonti
Il giudizio di Teatro a Milano: