TEATRO DELLA COOPERATIVA/NON SPARATE SULLA MAMMA
Incesto per interposta maternità
In scena al Teatro della Cooperativa la piacevolissima commedia di Carlo Terron “Non sparate sulla mamma”. Carlo Terron, medico psichiatra, è stato uno dei più attenti critici teatrali, smaliziato, a volte cattivo, sempre innovativo nonostante il giornale che ospitava le sue recensioni fosse il riconosciuto campione della “reazione”. Terron è stato soprattutto grande e fecondo autore di pièces teatrali sempre governate da fine umorismo sotteso da raffinata ironia.
Tutto ciò non si smentisce con l’intelligente messa in scena di Marco Rampoldi di una delle commedie più rappresentate di Carlo Terron.
Interno giorno, salotto borghese, Viale Bianca Maria, uno scorcio della Milano bene primi Anni Sessanta: Clotilde e Maura, due donne per bene, dedite al culto della maternità, senza più marito e in ottimo stato di conservazione, sono soprattutto due mamme ansiose e possessive dei loro due figli diciassettenni, ovviamente maschi. Le due madri, volendo difendere a oltranza le virtù dei propri virgulti dagli attacchi “volgari, plebei e sottoproletari” che vengono portati da altre donne (compagne di scuola, professoresse, prosperose “serve”), decideranno insieme di evitare a Massimiliano e Guido di conoscere l’amore nell’abiezione e nella volgarità, giungendo così alla geniale invenzione della maternità incrociata, o, come l’autore fa dire a una delle due donne, “incesto per interposta madre”. Da questa scelta derivano situazioni che sfuggono loro di mano, compresa la non calcolata gravidanza di Clotilde che riporta le due amiche alla realtà… giusto in tempo per trovare una soluzione accettabile.
Intorno a questi temi piccanti e scabrosi si muove il gioco attento e paziente di una commedia raffinata con un linguaggio piacevolmente retro (il testo è del ’63) mai volgare, neppure una parolaccia o qualche accento volgare, cosa rarissima negli autori contemporanei, dove, complice gran parte del pubblico d’oggi, è sufficiente tirare un “vaffa” per attirare applausi e risate.
Un testo sicuramente divertente, ma dissacrante, talmente dissacrante che stupisce sapere che il testo risale a cinquant’anni fa, in piena epoca bacchettona, la Rai di Bernabei, quella Rai di cui lo stesso Terron fu, nel primo periodo milanese dell’emittente responsabile del settore prosa e musica. Alla riscoperta di “questo” Terron, omosessuale, psichiatra e soprattutto drammaturgo che ebbe l’intuizione, in questo e in altri lavori, di comprendere in anticipo ciò che avrebbe portato il ’68 nel costume e nella cultura, ci conduce agevolmente questo allestimento in scena al Teatro della Cooperativa diretto da Marco Rampoldi. Interessante da parte registica l’aver voluto far recitare anche didascalie, suggerimenti dell’autore scritti accanto al testo che contribuiscono, e di molto, a collocare, quasi a inchiodare, in quella Milano borghese e contortamente perbenista la storia. Dispiace constatare come sia scomparso da testi contemporanei quella vocazione al teatro borghese che spesso si è rivelato aiuto, anche dissacrante, alla conoscenza di un mondo ma soprattutto di un’epoca.
“Non sparate sulla mamma” – Cronaca milanese in due atti, a due voci – è stata dedicata, nel frontespizio del testo a stampa, a due grandi attrici, infatti così si legge: “A Lina Volonghi e Lia Zoppelli, vampiresse della comicità, in riconoscenza di un’interpretazione memorabile”. Questa divagazione è necessaria per ringraziare per la loro impresa teatrale le attuali interpreti di Maura e Clotilde e cioè Stefania Pepe e Roberta Petrozzi, che praticamente perfette giungono ai meritatissimi applausi giustamente affaticate. Un ringraziamento per aver affrontato senza la minima paura reverenziale il confronto a grande distanza con due vampiresse della comicità come Volonghi e Zoppelli. Brave davvero.
Adelio Rigamonti
Il giudizio di Teatro a Milano: