TEATRO DELLA COOPERATIVA/IL MATTO 2
Arriva il matto ed è gran teatro
In prima nazionale Mercanti di storie e Teatro della Cooperativa hanno presentato sul palcoscenico di via Hermada “Il matto 2 – Ovvero io non sono Stato” scritto e interpretato da Massimiliano Loizzi.
Dopo la tragica farsa sul processo Pinelli e le morti di Stato causate dalla strage di Piazza Fontana (un monologo a più voci basato su fatti, testimonianze e atti processuali dell'omicidio di Giuseppe Pinelli, ferroviere anarchico, ucciso innocente nei locali della Questura di Milano la notte del 15 dicembre 1969), Massimiliano Loizzi ripropone il suo folle personaggio in un monologo, spesso esilarante, a tredici voci sul processo Giuliani, il G8 e le morti di Stato.
Un’altra “tragica farsa” che è soprattutto teatro civile e anzitutto gran teatro, dove tutto è in solido equilibrio tra satira e lirismo, tra comico e teatro di parola, dove quest’ultima è soprattutto “pietra” che lascia segni importanti nello spettatore.
Tutto gira attorno a un testo/indagine, duro e puntiglioso, basato su documenti, testimonianze e atti processuali riguardanti i violenti, gratuiti fatti del G8 di Genova, in cui fu ucciso il giovane Carlo Giuliani.
Il monologo di Massimiliano Loizzi è ricchissimo di personaggi in un tourbillon quasi irrefrenabile di entrate. Sul palco si giudice, avvocati, testimoni, giornalisti, carabinieri, poliziotti, onorevoli, manifestanti, black bloc, persino Giuliani stesso e, nel gran finale ricco assai di tensione e partecipazione, addirittura il Cristo). Una passerella dal ritmo serrato di personaggi marcati solo dalla posizione sul palco o da una smorfia, personaggi confinati, quasi esasperati, nella loro verità, assoluta o di comodo che sia.
Un testo/denuncia che, senza timore di sembrare in ogni momento partigiano della verità documentata, permette a Massimiliano Loizzi di esprimere il suo gran talento attoriale con alcuni cammei decisamente degni di essere ricordati. Ne cito uno soltanto: la grande “incazzatura” dell’avvocato difensore contro “le zecche comuniste” colpevoli, a suo dire, di stravolgere la verità per non ammettere che Carlo Giuliani la morte se la sia cercata, quasi come l’avesse programmata.
Una gran prova d’attore che ribadisce il ruolo importante di Loizzi nel teatro civile e nel teatro tout-court.
Adelio Rigamonti
Il giudizio di Teatro a Milano: